La classe operaia dopo il 1848 e la "Prima Internazionale"
L'accellerazione del processo di industrializzazione sul piano internazionale aveva portato all'internazionalizzazione
dei problemi del mondo operaio. Nel 1864, per iniziativa di Marx, sorse a Londra l'Associazione
Internazionale de Lavoratori, detta poi Prima Internazionale.
- Composizione
- sindacalisti e cartisti inglesi, proudhoniani francesi, lassalliani tedeschi, mazziniani italiani, seguaci di
Bakunin, tutti uniti in un primo momento dall'esigenza di un collegamento internazionale.
- Obbiettivi (Secondo il programma redatto da Marx)
- L'emancipazione economica della classe operaia, che non poteva essere concessa dall'alto, ma conquistata dagli
operai stessi, attraverso la lotta di classe;
- La costituzione di partiti operai in vari paesi;
- La conquista del potere politico, il solo strumento per controllare i mezzi di produzione
- Presto sorsero divergenze interne. Polemica di Marx:
- Coi prudhoniani, che al contrario di Marx avversavano ogni forma di potere politico ed
economico centralizzato, e non condividevano quindi l'obbiettivo della dittatura del proletariato;
- Coi mazziniani, di cui Marx non condivideva la religiosità e l'idea di collaborazione
tra capitale e lavoro (i mazziniani uscirono subito dall'Internazionale).
- Insanabile il contrasto di Marx con l'anarchismo di Bakunin per il quale:
- Si doveva combattere ogni dittatutra, compresa quella del proletariato; la società del futuro doveva essere
fondata sulla federazione di piccoli gruppi autonomi, ed escludere ogni organizzazione centralizzata.
Bakunin negava perciò l'utilità dei partiti politici; l'iniziativa rivoluzionaria doveva essere affidata
a piccoli gruppi di cospiratori e terroristi e rivolgersi contro ogni autorità, dello Stato come della
Chiesa;
- La forza piú rivoluzionaria era costituita non dagli operai, considerati quasi un ceto privilegiato,
ma dai contadini, dal sottoproletariato miserabile e da tutti gli sfruttati.