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La Confederazione germanica dal Congresso di Vienna al 1848

Dopo il Congresso di Vienna la Prussia si ingrandì a Ovest. Cedette alla Russia alcune regioni polacche, ma acquistò buona parte della Sassonia e una serie di territori nella zona del Reno (fra gli altri Colonia, Treviri e il bacino della Ruhr) che si sarebbero poi rilevati di eccezionale importanza economica. Intanto i paesi di lingua tedesca si ridussero drasticamente di numero (da 360 a 39, comprese la Prussia e l'Austria) e furono riuniti in una Confederazione germanica, la cui presidenza era tenuta dall'imperatore d'Austria.

Vi fu così il trionfo della politica asburgica da una parte, volta a frenare il movimento di unione nazionale e a restaurare l'assolutismo all'interno dei singoli stati; e una politica contraddittoria della Prussia dall'altra, che tendeva sia a mettersi in testa al movimento di unificazione germanico, sia a diffidare della borghesia e dei movimenti popolari.

Dagli anni '30 in poi nella Confederazione germanica l'aspirazione all'unità nazionale e all'affernazione dei principi costituzionali fu sistematicamente frustrata dalle persecuzioni operate nei confronti degli intellettuali. Qualche successo si ebbe nel campo dell'unificazione economica, per iniziativa della Prussia: l'unione doganale (Zollverein, 1834) fu completata nel 1852.


Progetto realizzato da Irene Pucci per il corso "Metodologia della ricerca storica" - Prof.ssa Enrica Salvatori