Luigi Filippo, "re cittadino", aveva inaugurato un regime liberal-moderato, la cui base sociale era esigua, data la ristrettezza del suffragio che era collegato saldamente al reddito. La grande borghesia dominava così in Parlamento, scalzando anche gli esponenti della nobiltà terriera; al suo interno, sul cosiddetto"partito del movimento" liberal-progressista, prevalse ben presti il "partito della resistenza", a cui si dovette il mancato intervento nei moti del 1831, in Polonia e in Italia e, all'interno, l'aggravamento delle tendenze conservatrici del regime: la borghesia che aveva voluto la monarchia di luglio voleva ad ogni costo mantenere le posizioni acquisite.
Nel 1840 il governo fu affidato al Thiers, fautore dell'"ordine interno"; ma per la sua pericolosa politica estera (rottura con l'Inghilterra e avvicinamento all'Austria) fu sostituito nello stesso anno dal Guizot (1840-1848) che continuò a sostenere gli interessi della borghesia capitalistica e, pur sostenendo il "giusto mezzo" tra rivoluzione e reazione, condusse una politica fondamentalmente conservatrice.
Il governo del Guizot fu importante per due motivi;